domenica 4 luglio 2021

UN BACIO


 

LIBRO QUINTO - FIDANZAMENTO





«Venite qui, Aleksej Fëdoroviè», proseguì Lise arrossendo sempre di più, «datemi la mano, ecco, così. Ascoltate, devo farvi una confessione: la lettera di ieri non era uno scherzo, scrivevo seriamente...» E si coprì gli occhi con una mano. Era evidente che si vergognava molto di confessare una cosa simile. Ad un tratto gli afferrò la mano e gliela baciò con ardore tre volte. «Ah, Lise, ma è meraviglioso», esclamò Alëša con gioia. «Ma, sapete, io ero sicuro che aveste scritto seriamente». «Sicuro, figuriamoci!», e allontanò la mano di lui, senza lasciarla andare però, mentre arrossiva tremendamente e rideva di una risatina felice. «Io gli bacio la mano e lui dice "è meraviglioso".» Ma il suo rimprovero era immeritato: anche Alëša era molto turbato. «Io vorrei piacervi sempre, Lise, ma non so come fare», mormorò arrossendo anche lui. «Alëša, caro, voi siete freddo e impertinente. Non vedete? Mi ha scelto come moglie e non ha più dubbi in merito! Era sicuro che scrivessi seriamente, ma guarda che tipo! Ma questa è impertinenza bella e buona, ecco cos'è!» «Ma è forse un male, che ne fossi sicuro?», scoppiò a ridere Alëša. «Ah, Alëša, tutt'altro, è bene, benissimo», disse Lise avvolgendolo in uno sguardo tenero e felice. Alëša stava in piedi e teneva ancora la mano nella mano di lei. D'un tratto si piegò e la baciò proprio sulle labbra. «Ma che fate? Che vi prende?», gridò Lise. Alëša si confuse del tutto. «Perdonatemi, non dovevo... Forse, mi sono comportato stupidamente... Voi avete detto che sono freddo, così vi ho baciata... Solo adesso mi rendo conto che è stata una sciocchezza...» Lise scoppiò a ridere e si coprì il volto con le mani. «E con quell'abito!», le scappò fra le risate, ma di colpo smise di ridere e si fece tutta seria, quasi severa. «Alëša, dobbiamo rimandare i baci, per adesso nessuno di noi due è pronto, e dobbiamo aspettare ancora un bel pezzo», concluse bruscamente. «Dite, piuttosto, come mai voi, che siete così intelligente, riflessivo e osservatore, avete scelto una stupida, una stupida invalida, come me? Ah, Alëša, sono terribilmente felice perché non vi merito affatto». «E invece mi meritate, Lise; a giorni lascerò definitivamente il monastero. Una volta nel mondo, dovrò sposarmi, questo lo so. Egli mi ha ordinato di farlo. Potrei mai scegliere una persona migliore di voi... e chi mi prenderebbe se non voi? Ci ho già riflettuto. In primo luogo, mi conoscete sin da quando eravamo piccoli, in secondo luogo, voi avete molte qualità che a me mancano del tutto. La vostra anima è più lieta della mia e, soprattutto, siete più pura di me, mentre io sono venuto a contatto di troppe, troppe cose... Ah, voi non lo sapete, ma anche io sono un Karamazov! Che cosa importa se ridete e scherzate, anche se alle mie spalle; ridete pure, ne sono contento... Voi, ridete, come una bambina, ma pensate come una martire...