PROLOGO

BRAT'YA KARAMAZOVY
(1879-1880)

DEDICA

Ad Anna Grigorievna Dostoevskaja




LA PRIMA PAGINA



"In verità, in verità vi dico: se il grano di frumento cadendo in terra

 non morrà rimarrà esso solo; ma se morrà, apporterà gran frutto."


 Vangelo secondo Giovanni XII, 24.





 L'AUTORE AL LETTORE





"Perché io, lettore, dovrei perdere tempo ad apprendere i
fatti della vita di Aleksiej Fiodorovic Karamazov?"

"...tutt'altro che un grand'uomo … un uomo d'azione ma non ben definito… un uomo strano... un eccentrico …
"... ho sprecato sterili parole e tempo prezioso
in primo luogo per gentilezza,
in secondo per calcolo:
Almeno ci aveva avvertiti in tempo,
diranno

 "... fornisco loro il pretesto più legittimo
per abbandonare il racconto al primo episodio del romanzo."


"Sarebbe strano del resto, in un'epoca come la nostra esigere, dagli uomini la chiarezza.

AUDIOLIBRO


IL PROLOGO INTEGRALE




 

 Dando inizio alla biografia del mio eroe, Aleksej Fëdoroviè Karamazov, mi trovo in un certo imbarazzo. 

E cioè: anche se chiamo Aleksej Fëdoroviè il mio eroe, tuttavia, io stesso sono consapevole che egli non è affatto un grande uomo, quindi già prevedo inevitabili domande di questo genere: 

in che cosa è notevole questo Aleksej Fëdoroviè se lo avete eletto a vostro eroe? 
Che cosa ha fatto di tanto notevole? 
Chi lo conosce e per quale ragione? 
Perché io, lettore, dovrei perdere tempo ad apprendere i fatti della sua vita? 

L'ultima domanda è la più inesorabile in quanto posso solo rispondere questo: 

"Forse lo capirete da voi leggendo il romanzo". 

E se, una volta letto il romanzo, non lo capiste e non concordaste sul fatto che il mio Aleksej Fëdoroviè sia davvero una persona notevole? 

 Lo dico perché prevedo con rammarico che avverrà proprio questo. 

Personalmente lo ritengo degno di nota, ma dubito seriamente di riuscire a dimostrarlo al lettore. 

Il fatto è che egli è un protagonista, ma un protagonista vago, indefinito. 

Del resto, forse, in un'era come la nostra, sarebbe strano pretendere la chiarezza dalla gente. 

Una cosa però è abbastanza certa: egli è una persona strana, persino un eccentrico. 

Ma la stranezza e l'eccentricità danneggiano, più che non diano diritto all'attenzione, soprattutto quando tutti tentano di mettere insieme i particolari per trovare un qualche valore comune nella confusione generale. Mentre l'eccentrico, nella maggior parte dei casi, è proprio un elemento particolare, isolato. Non è forse così? Ecco: se non sarete d'accordo con questa mia ultima tesi e risponderete "non è così" oppure "non è sempre così", allora, con il vostro permesso, mi sentirei incoraggiato riguardo al valore di eroe del mio Aleksej Fëdoroviè. 

 Giacché non solo un eccentrico "non sempre" è un elemento particolare, ma, al contrario, accade pure che egli stesso, oserei dire, porti dentro di sé il nocciolo del tutto, mentre il resto degli uomini della sua epoca se n'è temporaneamente allontanato per qualche ragione, come investito da una raffica di vento... 

Comunque non avrei dovuto lasciarmi andare a queste dichiarazioni estremamente banali e confuse e avrei dovuto cominciare nel più semplice dei modi, senza tanti preamboli: se il libro piacerà, verrà letto. 

Ma il guaio è che ho due romanzi e soltanto una biografia. 

Il romanzo principale è il secondo: l'attività del mio eroe ai nostri giorni, proprio nel momento attuale. 


Invece, il primo romanzo ha avuto luogo ben tredici anni fa e non è propriamente un romanzo, ma solo un momento della prima giovinezza del mio eroe. Non posso fare a meno di questo primo romanzo perché senza di esso molte cose del secondo non sarebbero comprensibili. 

Ma questo mio impaccio iniziale si complica ulteriormente: se io stesso, che sono il biografo, ritengo che un solo romanzo potrebbe essere eccessivo per un eroe così modesto e indefinito, come potrei uscirmene con due romanzi e giustificare una tale arroganza da parte mia? 

Smarrito nel tentativo di risolvere tali quesiti, ho deciso di sorvolare su di essi senza cercare risoluzione alcuna. 

S'intende, il lettore perspicace avrà indovinato da un pezzo che qui volevo andare a parare sin dall'inizio, e sarà solo irritato con me per l'inutile spreco di sterili parole e tempo prezioso. 

Darò una risposta precisa a questo proposito: ho sprecato sterili parole e tempo prezioso in primo luogo per gentilezza, in secondo per calcolo: 

 "Almeno ci aveva avvertiti in tempo", diranno. 

Del resto, sono persino contento che il mio romanzo si sia spaccato da sé in due racconti "ferma restando la sostanziale unità del tutto": dopo aver letto il primo racconto, il lettore stesso potrà valutare se valga la pena di tentare con il secondo. 

Naturalmente, non ci sono obblighi per nessuno e si potrà abbandonare il libro anche alla seconda pagina del primo racconto per non aprirlo mai più. 

Ma, sapete, esistono lettori sensibili che vorranno assolutamente portare a termine la lettura per non incorrere nell'errore di un giudizio imparziale; i critici russi, ad esempio, sono fra questi. 

Ecco, davanti a persone del genere, mi sento il cuore più leggero: nonostante tutta la loro delicatezza e buona fede, fornisco loro il pretesto più legittimo per abbandonare il racconto al primo episodio del romanzo. 

E con questo concludo la premessa. Sono pienamente d'accordo sul fatto che sia superflua, ma dal momento che è già stata scritta, che rimanga pure. 

 E adesso al lavoro