lunedì 5 luglio 2021

L'ULTIMO SALUTO DELLO STAREC

 







«Ho insegnato a voi per tanti anni e, quindi, ho parlato a voce alta per tanto di quel tempo che ormai parlare, e insegnare mentre vi parlo, è diventata un'abitudine per me, e questo a tal punto che tacere mi riesce persino più difficile che parlare, padri e fratelli miei cari, persino adesso che sono tanto debole», scherzò, guardando commosso i monaci che gli si stringevano attorno. 

Alëša, in seguito, ricordò qualcosa di quello che lo starec aveva detto allora. Ma per quanto parlasse in maniera intelligibile e con voce sufficientemente ferma, i suoi discorsi erano piuttosto incoerenti. Parlava di molte cose, sembrava che volesse dire tutto, che volesse esprimere per l'ultima volta, un momento prima di morire, tutto quello che non era riuscito a dire nella sua intera vita, e non solo allo scopo di impartire insegnamenti, ma come mosso dal desiderio di condividere la sua gioia e la sua esultanza con tutti gli uomini e tutto il Creato e riversare ancora una volta nella vita tutto il suo cuore... 

 «Amatevi l'un l'altro, padri», insegnava lo starec (secondo quello che ricordò in seguito Alëša). 

MONACI E LAICI

«Amate le creature di Dio. Noi non siamo più santi di coloro che vivono nel mondo per il fatto di essere venuti a rinchiuderci fra queste mura; anzi, ognuno di noi, per il fatto stesso di essere venuto qui, ha confessato in cuor suo di essere peggiore di tutti quelli che vivono fuori, di tutti gli uomini di tutta la terra... E più a lungo il monaco vivrà fra le pareti della sua cella, tanto più acutamente dovrà sentire tutto questo. Giacché, in caso contrario, a nulla gli sarà servito venire qui. 

Quando avrà riconosciuto non solo di essere peggiore di tutti i laici, ma anche di essere colpevole davanti a tutti gli uomini per tutti e per tutto, di tutti i peccati umani, collettivi e individuali, solo allora il fine della nostra comunità sarà stato raggiunto. 

Giacché sappiate, cari, che ciascuno di noi è senza dubbio colpevole per tutti e per tutto ciò che accade sulla terra, non solo per la comune colpa del genere umano, ma ciascuno personalmente è colpevole per tutta l'umanità e per ogni altro singolo uomo sulla terra

SENSO DI COLPA

Questa consapevolezza è il coronamento del cammino del monaco, così come di ciascun uomo sulla terra. I monaci infatti non sono diversi dagli altri uomini, ma sono esattamente come dovrebbero essere tutti gli uomini della terra. 

AMORE UNIVERSALE

Solo in questa consapevolezza il nostro cuore si intenerirà di un amore sconfinato, universale, inesauribile. Allora ciascuno di voi avrà la forza di conquistare tutto il mondo con l'amore e di lavare con le proprie lacrime i peccati del mondo... Che ciascuno di voi abbia cura del proprio cuore, che ciascuno confessi i propri peccati a se stesso incessantemente. Non abbiate paura dei vostri peccati, neanche quando avrete preso coscienza di essi, purché ci sia pentimento; ma non ponete condizioni a Dio. 

CONTRO L'ORGOGLIO

E vi dico ancora: non siate orgogliosi. Non siate orgogliosi né davanti ai piccoli né davanti ai grandi. Non odiate quelli che vi respingono, vi diffamano, vi ingiuriano e vi calunniano. Non odiate gli atei, i maestri del male, i materialisti, nemmeno i cattivi fra questi, non soltanto i buoni: giacché fra loro ci sono molti buoni, tanto più nella nostra epoca. Ricordateli così nelle vostre preghiere: o Signore, salva tutti quelli per i quali nessuno prega, salva anche quelli che non vogliono che si preghi per te. E aggiungete pure: non è per orgoglio che ti chiedo questo, Signore, perché sono il più indegno di tutti... 

IL BUON PASTORE

 Amate le creature di Dio: non lasciate che il gregge passi nelle mani dei nuovi arrivati, giacché se vi addormenterete nell'accidia e nel vostro orgoglio presuntuoso, o peggio ancora nella cupidigia, quelli verranno da tutti i paesi e vi sottrarranno il vostro gregge. 

Diffondete instancabilmente il Vangelo tra il popolo... Non siate avidi... Non amate l'argento e l'oro, non accumulateli... Abbiate fede e sostenete il vessillo. Portatelo ben alto...»