venerdì 9 luglio 2021

LA CITTA' DE I KARAMAZOV



 LA CITTA' DE I KARAMAZOV

distretto di provincia, Skotoprigon'evsk  sul lago Il'men





Seguendo gli spostamenti di Aliosha abbiamo qualche idea della città, del monastero, delle case dei vari personaggi. 

"... La nostra piccola cittadina si estende su una superficie molto vasta..." libro I, cap. 3

"... Aveva appena attraversato la piazza e svoltato nel
vicolo che portava in via Michajlovskij, parallela alla Bol'šaja, ma separata da questa da un piccolo canale (la nostra città è interamente intersecata da canali)" libro IV, cap. 3

Il pittore Boris Kustodiev rappresenta così Staraya Russa, la città che forse ha ispirato Dostoevkij.

 




LIBRO 11 - capitolo II • Il piedino malato

Alëša era al corrente da molto tempo che la storia dello spaventoso caso si era diffusa per tutta la Russia, e - Dio mio! - quante notizie e corrispondenze sfrenate era riuscito a leggere
in quei due mesi, in mezzo alle informazioni veritiere, sul conto di suo fratello, dei Karamazov in genere e persino sul proprio conto. In un giornale avevano persino scritto che dopo l'assassinio del padre lui, per il terrore, si era fatto monaco asceta e si era chiuso in clausura. Un altro contraddiceva il precedente e diceva che lui, con la complicità dello starec Zosima, aveva scassinato la cassa del monastero e poi "se l'erano squagliata dal monastero". 

L'articolo che stava leggendo in quel momento dal giornale Dicerie si intitolava: 
"Da Skotoprigon'evsk (ahimè, è questo il nome della nostra cittadina che ho tenuto nascosto fino ad adesso) alla vigilia del processo Karamazov". 

Era piuttosto breve e la signora Chochlakova non veniva esplicitamente nominata; anzi, in generale, non si faceva nessun nome. 

Si informava semplicemente che l'assassino, che si apprestavano a giudicare fra tanto clamore, un capitano dell'esercito a riposo, personaggio di pessima fama, fannullone e reazionario, era continuamente coinvolto in intrighi amorosi e godeva in particolare dei favori di "alcune signore che si struggevano". 

 Una di queste, "una vedovella che si struggeva", che faceva di tutto per apparire giovane nonostante avesse una figlia già grande, era così affascinata da lui che soltanto due ore prima del delitto gli aveva offerto tremila rubli a patto che fuggisse seduta stante con lei alle miniere d'oro. 

 Ma il malfattore aveva preferito uccidere e derubare suo padre proprio della somma di tremila rubli, pensando di farla franca, piuttosto che trascinarsi in Siberia in compagnia delle grazie da quarantenne della sua dama che si struggeva. 

Questa scherzosa corrispondenza si concludeva, come si conviene, con espressioni di nobile sdegno contro l'immorale parricidio e il sistema della servitù feudale prima vigente. Dopo aver letto con interesse, Alëša ripiegò il foglio e lo restituì alla signora Chochlakova. «E allora non credete che si stia parlando di me?», riprese a cicalare.