LIBRO IV


Tormenti

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1. Padre Ferapont



2. Alioscia dal padre



3. Incontro con gli scolari


4. Dalle Khokhlakov


5. Tortura in salotto

6. Tortura nell'izba




......c'era una padella con avanzi di uova a occhio di bue,una fetta di pane smangiucchiata e una bottiglia da mezzo litro con "scarsi resti di felicità".....
..........A fianco di codesta signora,presso la finestrina di sinistra,si teneva ritta una ragazza assai giovane,piuttosto bruttina in viso,con certi capelli rossigni e radi,poveramente vestita,seppure "con molta proprietà".....
.......C'era in costui un che "di angoloso,di frettoloso" di irritante...
.......nella seconda parte della mia vita ho cominciato a parlare a base di "per servirvi". E' un intercalare,"per servirvi",a cui ci si avvezza nell'umiliazione..................

.....Sono dolente signore egregio del vostro illustre dito,ma se voi volete,piuttosto che picchiare Iliusecka,ecco qua,quattro dita delle mie,sotto i vostri occhi,per darvi una giusta soddisfazione,sono pronto a tagliarmele con questo coltello........


Libro IV, cap. VI
Snegirev: "Nella seconda parte della mia vita ho imparato a dire "sissignore" e "vossignoria". Sono parole, queste, che si usano quando si cade in disgrazia".

7. All'aria pura



"E invece, I ricchi? Quelli in una vita intera non arrivano ad esplorare tali abissi, mentre il mio Iljusa in quel momento, sulla piazza, mentre baciava la sua mano, in quello stesso momento ha colto a fondo tutta la verita', vossignoria.Quella verita' e' entrata dentro di lui e lo ha schiacciato per sempre, vossignori"


La sua persona emanava una fierezza indicibile.
"Riferite a chi vi ha mandato che la "spugna" non vende il suo onore!" grido', levando il braccio in aria. Poi si volto di scatto e si mise a correre; non aveva fatto neppure cinque passi che si volto' di nuovo e fece un cenno di saluto ad Alesa con la mano. E percorsi ancora meno di cinque passi si volto' di nuovo, per l'ultima volta; il suo viso non era più contratto dal riso, bensì sconvolto dalle lacrime. E con voce rotta, piagnucolosa, spezzata prese a gridare precipitosamente:
"E che cosa avrei detto al mio ragazzo se avessi accettato quel denaro come riscatto per il nostro disonore?" e nel dire ciò, ricomincio' a correre, questa volta senza voltarsi più indietro. Alesa lo seguiva con uno sguardo colmo di infinita tristezza. Oh, capiva bene che fino all'ultimo quell'uomo non aveva saputo neppure lui che avrebbe accartocciato le banconote e le avrebbe scagliate via. Non si volto' più indietro e Alesa sapeva che non si sarebbe voltato. Non volle rincorrerlo ne' chiamarlo e sapeva il perché. Quando scomparve dalla sua vista, Alesa raccatto' i due biglietti. Nella sabbia, si erano tutti sgualciti e impolverati, ma erano ancora interi e quando Alesa li distese e il liscio', frusciarono come se fossero stati nuovi. Dopo che li ebbe lisciati, li ripiego', se li ficco' in tasca e si avviò da Katerina Ivanovna per riferirle l'esito del suo incarico" (Libro IV - cap. VII: "E all'aria aperta").