mercoledì 7 settembre 2016

IL PADRINO DI IVAN E ALEKSEJ: Efim Petroviè Polenov



Efim Petroviè Polenov






"Successe però che anche la generalessa morì di lì a poco, ma nel
testamento aveva disposto l'assegnazione di mille rubli a testa ad entrambi
i piccini «per la loro educazione e affinché quei soldi fossero spesi
esclusivamente per loro, ma in modo che bastassero sino alla loro
maggiore età perché una simile elargizione era persino troppo per gente
del genere, se poi qualcuno ne aveva voglia che sborsasse lui» e così via. L'erede principale della vecchietta, tuttavia, si rivelò una persona onesta, il
maresciallo della nobiltà di quello stesso governatorato, Efim Petroviè
Polenov. Avendo capito all'istante, attraverso uno scambio di lettere con
Fëdor Pavloviè, che non gli avrebbe mai cavato denaro per l'istruzione dei
suoi stessi figli (sebbene il padre non si fosse mai rifiutato apertamente,
solo che in quei casi la tirava per le lunghe, e a volte si lasciava persino
andare a sentimentalismi), si prese cura degli orfani di persona e si
affezionò in particolar modo al più giovane, Aleksej, tanto che questi per
molto tempo visse con lui come uno di famiglia. Prego il lettore di
prendere nota di questo sin dall'inizio. Se quei giovani dovevano essere
grati a qualcuno per tutta la vita per l'istruzione e l'educazione ricevute,
quel qualcuno era proprio Efim Petroviè, uomo di generosità e umanità
rare a incontrarsi. Egli mise da parte i mille rubli a testa che la generalessa
aveva lasciato in eredità ai ragazzi, senza toccarli, in modo che, giunti alla
maggiore età, trovassero un capitale raddoppiato dagli interessi, e garantì
loro un'istruzione a proprie spese; sicuramente investì per ciascuno di loro
molto di più di mille rubli."