mercoledì 11 agosto 2021

Ippolit Kirilloviè, sostituto procuratore

 






Il procuratore invece - che in realtà era il sostituto procuratore ma tutti da noi lo chiamavano procuratore - Ippolit Kirilloviè, era un uomo piuttosto singolare: era giovane, aveva solo trentacinque anni, ma molto predisposto alla tisi, era sposato a una donna molto grassa e non aveva figli, era ambizioso e suscettibile, eppure dotato di solida intelligenza e anche di buon cuore. Si sarebbe detto che il suo problema fosse quello di avere un concetto di sé molto più alto di quanto gli consentissero le sue vere qualità. Ecco perché aveva sempre un aspetto inquieto. Per di più aveva anche delle velleità di ordine superiore, addirittura di natura artistica, per esempio tendeva a fare della psicologia, si atteggiava a profondo conoscitore dell'animo umano, credeva di essere particolarmente dotato nella comprensione del criminale e del suo crimine. A questo riguardo egli si considerava piuttosto danneggiato e maltrattato nel lavoro, ed era sempre stato convinto che là, nelle alte sfere, non sapessero apprezzarlo e che molti gli fossero nemici. Nei momenti neri, minacciava persino di lasciare il suo posto per darsi alla professione di penalista. L'imprevedibile caso del parricidio dei Karamazov lo scosse profondamente: «Un caso del quale si sarebbe molto parlato nella Russia intera». Ma sto correndo troppo.