giovedì 12 agosto 2021

Il granello di frumento

 





Dedica 

"In verità, in verità vi dico: se il grano di frumento cadendo in terra non morrà rimarrà esso solo; ma se morrà, apporterà gran frutto." Vangelo secondo Giovanni XII, 24.



IL VISITATORE MISTERIOSO

"Decidete il mio destino!" gridò un'altra volta. "Andate e dichiarate la vostra colpa!" gli sussurrai. La voce mi mancava, ma le mie parole risuonarono distintamente. Presi dal tavolo il Vangelo, nella traduzione russa, 

e gli mostrai il Vangelo secondo Giovanni, capitolo XII, versetto 24: "In verità, in verità vi dico: se il granello di frumento, caduto in terra, non muore, rimane infecondo; se invece muore, produce molto frutto". 

Avevo letto quel versetto poco prima del suo arrivo. Egli lesse. 

"È vero", mi disse con un amaro sorriso. 

"Sì, in quei libri trovi cose terrificanti. È facile ficcarle sotto il naso a qualcuno. Ma chi le ha scritte, non sono stati gli uomini?" 

 "Lo Spirito Santo le ha scritte", gli risposi. 

 "Facile parlare per voi", sorrise ancora una volta, ma ormai con astio. Io ripresi il libro, aprii ad un'altra pagina e gli mostrai la lettera agli Ebrei, capitolo X, versetto 31

Egli lesse: "È cosa terribile cadere nelle mani del Dio vivente". 

 Dopo aver letto, scaraventò via il libro. Si mise persino a tremare. 

 "Un versetto terribile", commentò, "niente da dire: ottima scelta". 

Si alzò dal tavolo. "Be'", disse poi, "addio, forse non verrò più... ci rivedremo in paradiso. Vuol dire che sono quattordici anni che sono 'caduto nelle mani del Dio vivente' - ecco come definire questi quattordici anni. Domani supplicherò che quelle mani mi lascino andare..."

IL SOGNO DO MITJA - IL MARMOCCHIO


. Dal vecchio Dmítrij Karamàzov è nato un “uomo nuovo”, questo è il senso dell’epigrafe, tratta dal Vangelo di Giovanni, anteposta all’inizio del romanzo: “In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano che cade nella terra non morrà, resterà solo; ma se morrà darà molti frutti”404. 

Queste parole rivestono un’importanza straordinaria per la comprensione dell’intero romanzo – potremmo aggiungere non solo per quest’opera, dal momento che tale epigrafe viene posta anche all’inizio dei Demonî. 

 Come rileva Malcovati, si tratta di “un richiamo alla fecondità che ogni trasformazione spirituale porta con sé: il rinnovamento avviene solo se muore dentro di noi il vecchio, se muore il superfluo, lo sterile”405 .