venerdì 10 settembre 2021

LETTERA 395 - NOVEMBRE 1879: OMICIDIO DEL PADRE

 


395 

A E.N. Lebedeva 

8 novembre 1879, San Pietroburgo

Egregia signora,

Il vecchio Karamazov viene ucciso dal servo Smerdjakov. Tutti i dettagli verranno svelati nella continuazione del romanzo. Ivan Fëdorovič parteci pa all'omicidio solo in maniera indiretta, a distanza, per il semplice fatto di essersi trattenuto (intenzionalmente) dal far ragionare Smerdjakov du rante il discorso con lui, prima di partire per Mosca, e dall'esprimergli in modo chiaro e categorico il proprio disgusto per il delitto che quello ave va in mente (e che Ivan Fëdorovič aveva intravisto e intuito con chiarezza) e in tal modo è come se avesse dato il permesso a Smerdjakov di compiere quel crimine. Per Smerdjakov quel permesso era indispensabile, nel seguito si chiarisce perché. Dmitrij Fëdorovič non ha colpe nell'omicidio del padre.

Quando Dmitrij Karamazov ha saltato lo steccato e ha iniziato con il fazzoletto a pulire il sangue dalla testa del vecchio servo che aveva feri to, per quello e per le parole: «È toccata al vecchio»86 ecc., è come se avesse detto al lettore che lui non è un patricida. Se avesse ucciso suo padre e 10 minuti dopo Grigorij, non si sarebbe messo a scavalcare lo steccato per rag giungere il servo colpito, se non per convincersi: si è sbarazzato del testimo ne principale del delitto? Invece sembra avere compassione di lui: il vecchio ci è capitato e via dicendo. Se avesse ucciso suo padre, non starebbe chino sul cadavere del servo con parole compassionevoli. Per il lettore non conta soltanto la trama del romanzo, ma anche una certa conoscenza dell'animo umano (della psicologia), che ogni autore ha diritto di aspettarsi dal lettore.

In ogni caso il Vostro coinvolgimento nella mia opera mi lusinga. Vogliate accettare l'attestato della mia più sincera stima.

Vostro devoto F. Dostoevskij.