venerdì 10 settembre 2021

LETTERE 370-374-382/ESTATE1879: LIBRO QUINTO - LIBRO SESTO

 

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A N.A. Ljubimov 11 giugno 1879, Staraja Russa

Staraja Russa. 11 giugno/79.

Egregio Signore, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, l'altro ieri ho spedito alla redazione di Russkij vestnik il seguito dei Karamazov per il numero di giugno (la fine del quinto capitolo «Pro et contra»).²5 

Con esso ho terminato «<le parole arroganti e bestemmie proferite da una bocca». 

 Il rinnegatore contemporaneo, uno dei più accaniti, si crede di essere colui che il diavolo gli suggerisce di essere e ribadisce che, per la felicità degli uomini, questa è cosa più giusta di Cristo. Un'indicazione per il nostro stupido socialismo russo (ma terribile, perché comprende i giovani) e, par rebbe, anche di quelle energiche: il pane, la Torre di Babele (ovvero il futu ro regno del socialismo) e il totale asservimento del libero arbitrio: a questo approdano il rinnegatore disperato e l'ateo! La differenza è che i nostri so cialisti (e non sono soltanto la gentaglia nichilista in clandestinità - e Voi lo sapete bene) sono degli ipocriti e dei bugiardi consapevoli, che non vo gliono ammettere che il loro ideale è l'ideale della violenza sulla coscienza umana e la riduzione dell'umanità a un branco di porci, mentre il mio so cialista (Ivan Karamazov) è un uomo sincero che confessa apertamente di essere d'accordo con la visione che ha il «Grande Inquisitore» dell'umani tà e che la fede in Cristo ha (avrebbe) elevato l'uomo ben più in alto di dove effettivamente sta. La domanda s'impone diretta: «Voi disprezzate l'uma nità o la stimate, voi, i suoi futuri salvatori?»>.

E tutto questo avverrebbe in nome dell'amore per l'umanità: «Dura è la legge di Cristo e astratta, impraticabile per i deboli» e al posto della legge della Libertà e della Cultura portano loro la legge delle catene e della sot tomissione al solo pane.

Nel prossimo libro avrà luogo la morte dello starec Zosima e i suoi ultimi dialoghi con gli amici. Non è una predica, ma una sorta di narrazione, un racconto della propria vita. Se mi riuscirà avrò fatto una buona azione: costringerò a riconoscere che il cristiano puro, ideale, non è un'astrazione, ma una cosa metaforicamente reale, possibile, imminente, e che la cristia nità è l'unico rifugio della Terra Russa da tutti i suoi mali. 

Prego Dio di farcela, sarà una cosa intensa, purché mi basti l'ispirazione. L'essenziale è che il tema è di quelli che non sarebbe neppure venuto in mente agli scrittori e poeti di oggi, dunque, del tutto originale. È per esso che scrivo il romanzo, purché ci riesca, ecco che cosa mi turba! Spedirò per il numero di luglio, sempre il 10 luglio, non oltre. Ce la metterò tutta.

Ho ricevuto la Vostra lettera, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, a propo sito dell'invio di denaro e attendo con impazienza i mille rubli promessi. Mi trovo quasi al verde e preferirei non indebitarmi. Perciò Vi scongiuro di mandarmi questi mille rubli il prima possibile, se potete, senza indugi, per ché mi servono urgentemente.

Dove si trova Michail Nikiforovič, a Mosca o nella tenuta? E come va la sua salute? Porgetegli i miei più calorosi saluti e omaggi.


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A N.A. Ljubimov 8 luglio 1879, Staraja Russa

Staraja Russa. 8 luglio/79.

Egregio signore, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, Ritengo di vitale importanza informarVi della mia situazione e chiedo la Vostra cortese attenzione.

Per problemi di salute mi hanno urgentemente prescritto di andare a Ems per 6 settimane di cure. Ho fatto richiesta per il passaporto da qui, da Staraja Russa, e siccome sono un ex detenuto e ogni volta ricevo il passa porto per l'estero seguendo un (lento) iter a parte, spero 15-20 luglio. di riceverlo per il

Tornerò a Staraja Russa alla fine di agosto. Il viaggio non intralcerà il lavoro, anzi, a Ems, nella più totale solitudine, sarò ancora più libero, ma di questo - dopo.

La cosa che mi preme è che per il corrente mese (per il fascicolo 7, di lu glio) Vi pregherei di non chiedermi il seguito dei Karamazov. 

È quasi pron to e con qualche sforzo potrei spedirvelo entro il mese. 

Ma la cosa che mi preme è che considero questo libro sesto («Pater Seraphicus, La morte del lo starec»>) il punto culminante del romanzo, e perciò sarebbe preferibile rifinirlo al meglio, rivederlo e limarlo ancora una volta; lo porterò con me a Ems e da Ems lo spedirò alla redazione di Russkij vestnik non più tardi (cascasse il mondo) del 10-12 del prossimo agosto, nel senso che per quel la data sarà già in redazione.4¹ In tal modo apparirà su Russkij vestnik il 31 agosto (3 fogli di stampa). 

Quindi a settembre e ottobre seguirà il libro settimo (2 fogli e 1/2 per ogni mese, anticipo che sarà spettacolare) e con questo settimo libro terminerà la seconda parte del romanzo I fratelli Ka ramazov.

Ed eccoci al punto fondamentale! Nel romanzo c'è ancora una terza parte (per numero di fogli non così ampia come la seconda, ma delle stesse dimensioni della prima). 

 Terminarla quest'anno è fuori discussione. Non avevo fatto i conti, mettendomi a scrivere, con le mie forze fisiche. Inol tre ora lavoro molto più lentamente e, infine, sono molto più severo con quest'opera rispetto a tutte le precedenti: voglio finirla bene, vi è al suo in terno un'idea che vorrei portare a conclusione nel modo più chiaro possibi le. 

C'è il giudizio, il tormento e lo sviluppo di uno dei personaggi principali, Ivan Karamazov. 

Per farla breve, reputo mio dovere comunicarvi e pro porre l'approvazione di quanto segue. Dopo la fine della seconda parte (nel numero di ottobre) mi fermerò fino al prossimo anno, fino a gennaio, 

e la terza parte uscirà nel numero di gennaio. 

La terza parte (di 10 o 11 fogli) sarà conclusa - e con lei il romanzo a gennaio, febbraio e marzo (non più in là), se non addirittura tra gennaio e febbraio. 

Per fare in modo che i giornali (dei feuilleton) non accusino la redazione di Russkij vestnik (come è successo con Anna Karenina) di prolungare intenzionalmente il romanzo per più anni, nel numero di ottobre di quest'anno, ovvero con la fine del la seconda parte, Vi manderò una lettera da me firmata perché venga pubblicata su quel numero, nella quale porgo le mie scuse per non aver potuto terminare il lavoro entro l'anno per problemi di salute e che l'unico colpe vole di fronte ai lettori sono io. La lettera verrà sottoposta in via prelimi nare al Vostro giudizio.



42 Nel corso della stesura Dostoevskij modificò la struttura dell'opera: la seconda parte termina con il libro sesto e il romanzo finale si compone di quattro parti, e non tre. 

43 L'epilogo dei Fratelli Karamazov comparve sul numero di novembre del 1880 di Russkij vestnik.

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41 Dostoevskij spedì il libro sesto da Ems il 7 agosto, il testo apparve sul fascicolo di agosto di Russkij vestnik.



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A N.A. Ljubimov 7 (19) agosto 1879, Ems

Ems. 7/19 agosto/79.

Egregio signore, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, 

con la presente mi affretto a inviarvi il libro sesto dei Karamazov, tutto, per la pubblicazione sull'ottavo fascicolo (di agosto) di Russkij vestnik. Ho in titolato questo libro «Un monaco russo», è un titolo audace e provocatorio, tutti i critici che non ci amano si metteranno a strepitare: «È questo il monaco russo, come osa metterlo su un piedistallo simile?». Se urlano, tanto meglio, no? (Ah, come sono certo che non si tratterranno.) Ritengo invece di non aver commesso peccato di fronte alla realtà: è giusto non solo come ideale, ma lo è anche come realtà.

L'unica cosa che non so è se ci sono riuscito. Io stesso ritengo di non es sere riuscito a esprimere una decima parte di quanto volevo. Considero tuttavia il libro sesto il punto culminante del romanzo. Va da sé che mol ti insegnamenti del mio starec Zosima (o, a essere più precisi, il modo di esprimerli) appartengono alla sua figura, cioè alla sua raffigurazione arti stica. Pur avendo le stesse identiche idee che lui esprime, se le avessi espres se in prima persona, da parte mia, lo avrei fatto in un'altra forma e con un altro linguaggio. Egli invece non poteva esprimersi né in un altro linguag gio, né in un altro spirito, diverso da quello che gli ho attribuito. Altrimenti non avrei creato una figura artistica. Le riflessioni dello starec riguardano, per esempio: che cos'è un monaco, oppure i servi e i signori, o ancora se si può essere giudici di un'altra persona ecc. Mi sono ispirato alle figure degli antichi monaci e dei santi russi: una profonda mitezza unita a speranze im mense, candide, sul futuro della Russia, sulla sua missione morale e persi no politica. In fondo, san Sergio, i metropoliti Pëtr e Aleksej non avevano forse sempre in mente, in questo senso, la Russia?

Vi chiedo in via eccezionale (Vi prego), stimatissimo Nikolaj Alekseevič, di affidare le bozze a un bravo correttore, non potendo io stesso corregge re, data la mia assenza. Chiedo soprattutto di fare particolare attenzione alle correzioni dal 10mo al 17esimo mezzo foglio incluso (il capitoletto in titolato «<Delle Sacre Scritture nella vita di padre Zosima»). 

È un capitolo esaltante e poetico, il modello è tratto da alcuni insegnamenti di Tichon di Zadonsk, mentre il candore dell'esposizione è preso dal libro delle pere grinazioni del monaco Parfenij. Date un'occhiata Voi stesso, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, fatelo come farebbe un padre! Una volta che le bozze di tutto il libro saranno state esaminate, comunicatelo a Michail Nikiforovič. Mi piacerebbe molto che lo leggesse e desse il suo parere, poiché il suo parere mi sta molto a cuore.

Spero che in questo libro non troviate niente da eliminare o da correg gere in veste di redattore, nemmeno una parolina, lo garantisco.

Vi prego anche di mantenere tutte le divisioni in capitoli e sottocapitoli che ho messo io. Qui entra in scena nel romanzo, per così dire, un manoscritto sconosciuto (le parole di Aleksej Karamazov) ed è chiaro che que sto manoscritto è fatto da Aleksej Karamazov di suo pugno. Qui inserisco un N.B. di lamentele: nel numero di giugno, nel capitolo «Il grande inqui sitore» non solo non sono state rispettate le mie divisioni, ma addirittura stato stampato tutto di seguito, 10 pagine di fila, senza nemmeno anda re a capo. La cosa mi ha molto amareggiato e porto alla Vostra attenzione la mia lamentela spassionata.

Vi manderò senza ritardi, entro il 10 settembre, già da Staraja Russa, il prossimo libro, il settimo, intitolato: «Grušenka» con il quale termina quest'anno la seconda parte dei Karamazov. Questo libro settimo è pensato per 2 numeri di Russkij vestnik, quello di settembre e di ottobre. 

Questo libro sarà in tutto di circa 4 fogli, quindi per settembre verranno non più di 2 fogli, ma che fare? In questo libro ci sono due episodi separati, come fos sero due racconti distinti. 

In compenso, con la fine della seconda parte, lo spirito e il senso del romanzo saranno perfettamente compiuti. Se non succederà, mia sarà la colpa, di artista. 

Rimando la terza parte del romanzo (il numero di fogli non è superiore a quello della prima parte), come Vi ave vo già scritto, al prossimo anno

La salute, la salute si è messa di mezzo! La seconda parte risulterà pertanto sproporzionata per lunghezza. Ma non si poteva fare altrimenti, è andata così.

Vi porgo i miei più sentiti ringraziamenti per aver esaudito la mia ri chiesta sull'ordine di invio del denaro a mia moglie a Staraja Russa, di cui ella mi ha già informato.

Ne approfitto per un'altra richiesta: non dimenticatevi, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, di ordinare per tempo la spedizione del numero di agosto a Staraja Russa! Tornerò a casa proprio nei giorni della sua pubblicazione. Vogliate accettare l'attestato della mia profondissima e sincera stima.

Il Vostro eternamente devoto

Fëdor Dostoevskij

Nel libro sesto che Vi sto inviando, «Un monaco russo», ci sono in tutto: 53 mezzi fogli di formato postale.