venerdì 10 settembre 2021

LETTERE 396/397: NOVEMBRE-DICEMBRE 1879 LIBRO OTTAVO E NONO

 








396 


A N.A. Ljubimov 16 novembre 1879, San Pietroburgo

Pietroburgo. 16 novembre/79.

Egregio signore, stimatissimo Nikolaj Alekseevič,

  Vi ho mandato ieri il finale del libro ottavo dei Karamazov che, con ogni probabilità, è già stato ricevuto in redazione. Mi scuso ancora una volta per il ritardo. In questo libro ottavo spuntano dal nulla molte nuove figure e bi sognava, ancorché di sfuggita, dare a ciascuno un certo rilievo, perciò il li bro è risultato più grande di quanto avessi pianificato originariamente e ciò mi ha preso anche più tempo del previsto, quindi il ritardo questa volta non me lo aspettavo proprio. Vi scongiuro, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, che le bozze siano impeccabili come lo sono state finora.

Vi avevo scritto che a novembre avrei concluso, fermandomi fino al pros simo anno, ma nel frattempo le circostanze sono cambiate, per cui manderò ancora il libro nono per il fascicolo di dicembre, terminando con esso la terza parte. 

Anche questo libro nono è arrivato di sorpresa e senza preavviso: ori ginariamente infatti volevo limitarmi a una sola indagine giudiziaria, in tri bunale. Ma consultando un avvocato (un grande esperto),87 ho capito di colpo che così facendo un'intera parte del nostro processo penale (il punto dolente del nostro processo penale), di sommo interesse ed estremamente arretrata in Russia, nel romanzo scompariva senza lasciare traccia. Questa parte del pro cesso si chiama <<Istruttoria preliminare», segue le vecchie norme ma con una punta di astrattezza nuova di zecca, esemplificata dai giovani giuristi, inve stigatori giudiziari ecc. Per concludere la parte, dunque, scriverò ancora il li bro nono intitolato «Istruttoria preliminare», che Vi consegnerò a dicembre il prima possibile. 

Delineerò inoltre in modo più incisivo il carattere di Mitja Karamazov: minacciato dal tumulto della sventura e da una falsa accusa, il suo cuore e la sua coscienza si purificano. La sua anima è pronta ad accetta re il castigo non per quanto ha commesso, ma per essere stato così malvagio da potere e volere commettere il delitto del quale sarà ingiustamente incol pato per un errore giudiziario. È un tratto specificatamente russo: finché non sente il tuono, il contadino non si segna. La sua purificazione morale inizia nel momento dell'istruttoria preliminare che andrà a comporre questo no no libro. Ci tengo molto come autore. Una sola incertezza: questo nono libro potrebbe essere in tutto di un foglio e mezzo di stampa. Resta però un libro finito e in sé compiuto." 

Riassumendo, consegnerò il libro nono a dicembre e a quel punto an che la lettera di scuse alla redazione (da pubblicare) per lo slittamento del finale del romanzo all'anno seguente, di cui (della lettera, intendo) Vi ave vo scritto ancora quest'estate. Voglio a tutti i costi pubblicare questa lette ra, ne va della mia coscienza.

In questa lettera ci sarà una noticina finale e cioè: ora si sta svolgendo soltanto la seconda parte del romanzo, che è arrivata a essere di 20 fogli. Originariamente volevo davvero farla in 3 parti soltanto. Suddividendolo però in libri, mi sono dimenticato (o l'ho trascurato) di correggere quan to avevo già pianificato da tempo. Perciò con la lettera invierò in redazione anche una nota, perché questa seconda parte venga contata come due par ti, cioè la seconda e la terza, mentre il prossimo anno verrà pubblicata, di conseguenza, soltanto l'ultima, quarta, parte. In questo modo i libri quar to, quinto e sesto del romanzo compongono la seconda parte, 

mentre i libri settimo, ottavo e nono compongono la terza parte. In tutte e tre le parti ci saranno quindi tre libri ciascuna e quasi dello stesso numero di fogli. Ta le e quale sarà la quarta parte, cioè divisa in 3 libri e tra i 10 e gli undici fo gli. Trovo indispensabile informarvi di tutto questo, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, adesso, ovvero in anticipo. Nel caso ci sia qualche impedimen to, c'è ancora tempo di decidere diversamente. Spero però che non trovia te impedimenti, è una cosa di poco conto.

Nella parte che Vi ho appena mandato compaiono due polacchi che par lano o in perfetto polacco (tra di loro) o in un misto di mezzo russo e mez zo polacco. Le frasi in polacco sono corrette, mentre nel discorso mischiato le parole polacche sono forse un po' azzardate, ma mi pare ci stiano bene. Mi auguro di tutto cuore che le correzioni in questi passaggi dei polacchi siano il più accurate possibile. Mi pare di aver riscritto in maniera chiara.

Ho inserito un aneddoto sul pan Podvysockij - un leggendario aned doto di tutti i giocatorucoli polacchi - grandi bari alle carte. L'ho sentito tre volte in vita mia, in momenti diversi, e da polacchi diversi. Non ini ziano nemmeno una partitina di faraone se non hanno prima raccon tato questo aneddoto. La leggenda risale agli anni '20 del secolo. Viene nominato Podvysockij, un cognome, a quanto pare, noto (nel governato rato di Černigov ci sono dei Podvysockij). Poiché però nell'aneddoto di Podvysockij non si dice niente di offensivo, imbarazzante e nemmeno ridicolo, ho lasciato il vero cognome. Non penso che a qualcuno salti in mente di offendersi e avanzare delle pretese.

Spedisco, quindi, ancora a dicembre. Vogliate accettare, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, la mia più profon da stima.

Vostro devoto F. Dostoevskij.

P.S. Se Podvysockij non va bene si può stampare: Podvisockij - in polac CO ha tutto un altro significato, ma è meglio lasciare «Podvysockij» come l'ho scritto io.

D.

N.B. Il canto che eseguono in coro è stato trascritto da me dal vivo ed è ef fettivamente un esempio di recentissima arte contadina.


87 Si tratta di Adrian Andreevič Štakenšnejder, che Dostoevskij consultò varie volte per la costruzione dei processi e della parte giudiziaria nel romanzo e che defini a più riprese «il mio caro collaboratore». 88 Il libro nono verrà concluso e spedito soltanto il 14 gennaio 1880.



397 


A N.A. Ljubimov 8 dicembre 1879, San Pietroburgo


Egregio signore, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, mi ritrovo, per l'ennesima volta, estremamente colpevole nei Vostri riguar di e in quelli di Russkij vestnik: 

il «libro nono» dei Karamazov, da me così enfaticamente promesso per dicembre, non riesco a spedirvelo a dicem bre. Il motivo è che ho lavorato tanto da ammalarmi, che il tema del libro (l'istruttoria preliminare) si è allungato e complicato, ma soprattutto, so prattutto: questo libro si rivela essere per me uno dei più importanti del romanzo ed esige (lo vedo) un lavoro di cesello, e se con qualche sforzo riuscissi anche a metterlo insieme alla bell'e meglio, nuocerei a me stesso co me scrittore da qui all'eternità. E l'idea del romanzo, che mi è così cara, ne risentirebbe troppo. Il romanzo viene letto ovunque, mi arrivano lette re, lo leggono i giovani, l'alta società, i letterati lo insultano o lo lodano, e a giudicare dalle impressioni raccolte, mai prima d'ora ho raggiunto un si mile successo. Per questo motivo vorrei finire bene il mio lavoro.

Pertanto, se potete, perdonatemi. Vi manderò il libro nono per il nu mero di gennaio. Sarà come minimo di tre fogli, forse 3 e 1/2 (come quello di novembre). Questo libro nono concluderà le tre parti dei Karamazov. Il prossimo anno invece stamperò la quarta parte, a iniziare dal fascicolo di marzo (saltando quindi febbraio). Ho però un bisogno assoluto di questo intervallo. In compenso, poi sarà terminato senza più interruzioni.

Detto questo, non esito a chiedervi, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, di pubblicare in questo prossimo numero di dicembre di Russkij vestnik la mia lettera alla redazione a cui Vi avevo accennato in precedenza. La lette ra Ve la spedirò intorno al 14 dicembre, cioè quel giorno dovreste riceverla. Ho letto almeno tre volte sui giornali delle accuse e insinuazioni rivolte a Russkij vestnik che dilazionerebbe di proposito (per qualche oscura ragio ne) la pubblicazione dei romanzi (di Lev Tolstoj e il mio) in due anni. Nella mia lettera dichiaro invece che sono io l'unico responsabile per aver pro messo di terminare il romanzo in un anno mentre l'ho rimandato al prossi mo e che dalla redazione di Russkij vestnik non ho ricevuto altro, in quanto scrittore, che la più delicata e competente attenzione. (Questo è in risposta ad altre insinuazioni.) Cercherò di scrivere in modo decoroso e convincen te (passerà al Vostro vaglio). Intanto annuncio anche come e quando ho in tenzione di continuare il romanzo. Magari, già che ci sono, dirò anche due parole ai lettori sull'idea del romanzo, ma non lo so ancora: cercherei in generale di non dire troppo. Secondo i miei calcoli, bisogna per forza pub blicare questa lettera nel fascicolo di dicembre, è fondamentale, soprattut to per me, ne va della mia coscienza.

Permettete ora che io, così colpevole nei Vostri confronti, mi rivolga a Voi con una supplica. Sarò completamente senza soldi per le feste e in più devo darne molti e ho dei debiti. Non si potrebbe perciò mandarmi, per le feste, da Achenbach e Kolli un migliaio di rubli? Se si potesse anche un po' di più, per me sarebbe la salvezza, perché ne ho veramente tanto bisogno.

L'ideale sarebbe entro il 20 dicembre! Può darsi che l'ufficio di Achenbach e Kolli dopo sia chiuso. Perdonate l'insistenza, se non ne avessi davvero bi sogno, non Vi disturberei.

Vi ringrazio di tutto cuore per aver soddisfatto così velocemente e di buon grado la mia richiesta circa l'invio di 60 rubli a mia nipote Nina Aleksandrovna Ivanova.⁹0 Mi ha scritto e Vi è profondamente riconoscente. Quindi, ripeto, riceverete entro il 14 dicembre (o prima) la lettera alla redazione da pubblicare.

Porgendo ancora le mie scuse, Vi chiedo, stimatissimo Nikolaj Alekseevič, di accettare il sincero attestato della più profonda stima e de vozione verso di voi.

Vostro devoto F. Dostoevskij. P.S. Permettetemi anche di ringraziare per l'ottima correzione delle parole polacche nel mio ultimo libro.