martedì 7 settembre 2021

IVAN - SMERDIAKOV




 


Allo stesso modo si può dire che il sosia di Ivàn Karamàzov è Smerdjakòv, 

il quale rappresenta “la parte peggiore di lui, l’incarnazione della sua cattiva coscienza, l’applicazione della sua teoria, la realizzazione delle sue tentazioni, l’esecuzione dei suoi propositi”544. 

Ciò che in Ivàn rimane “teoria puramente pensata, tentazione meramente figurata, proposito solamente vagheggiato” diventa in Smedjakòv “pratica vissuta, caduta spirituale, misfatto reale” 545. 

Pertanto, secondo Pareyson, si può dire che Smerdjakòv è “l’incarnazione della parte peggiore di Ivàn, cioè il suo sosia effettivo, il suo palpitante alter ego” 546. Infatti, Ivàn e Smerdjakòv “si odiano, come si odiano la persona e il sosia, l’io che non vuol riconoscersi nell’alter ego e l’alter ego che accompagna e perseguita l’io”. 

Allo stesso tempo, però, “non stanno 541 Ibidem. 542 Ibidem. 543 Ivi, cit., p. 55. Mar’ja Timoféevna dichiara a Stavrogin: 

“Per somigliargli, tu gli somigli molto, e forse sarai anche suo parente, – che gente furba! Solo che il mio è un gentil falco e un principe, metre tu sei un gufo e un mercantuzzo! Il mio si prosterna anche a Dio, se vuole e, se non vuole, non lo fa; ma te Šàtuška (il mio buono, caro, gentile Šàtuška!) ti ha picchiato sulle gote, il mio Lebjadkin me l’ha raccontato. E di che cosa avesti paura allora? Quando vidi la tua abietta faccia, quando caddi e tu mi sostenesti, fu come se un verme mi fosse entrato strisciando nel cuore: non è lui, pensai, non è lui! Il mio falco non si sarebbe mai vergognato di me davanti a una signorina del gran mondo! Oh, Signore! E io che durante questi cinque anni ero stata felice solo al pensiero che il mio falco viveva e volava da qualche parte laggiù, dietro i monti, e fissava il sole… Parla, impostore, quanto hai ricevuto? È per una forte somma che hai acconsentito? Io non ti avrei dato neanche un soldo” (F. DOSTOEVSKI, I demonî, cit., p. 259). 544 L. PAREYSON, Dostoevskij. Filosofia, romanzo ed esperienza religiosa, cit., p. 55. 545 Ibidem. 546 Ibidem. 137 l’uno senza l’altro, divisi nella loro separazione, uniti nella loro duplicazione, complici nella loro contrarietà”547. 

Di conseguenza, come abbiamo già sottolineato, il parricidio seppur commesso materialmente da Smerdjakòv, è stato perpetrato da entrambi. Lo stesso Ivàn sente di esserne responsabile, è infatti consapevole che “il delitto è nato dalla loro complicità, sia pure tacita, e dalla loro collaborazione, sia pure sottintesa, proprio come se fosse stato compiuto da una sola persona, divisa e duplicata nei suoi due aspetti contrastanti”548 . Il secondo effetto dell’azione dissolvente del male nell’uomo è “la disgregazione della sua person