sabato 9 ottobre 2021

LIBRO 12: LA GIURIA


 


Alle dieci fece il suo ingresso la corte composta dal presidente, un giudice conciliatore onorario e un altro giudice

Immediatamente dopo fece il suo ingresso anche il procuratore. 

Il presidente era un uomo di bassa statura, robusto, tarchiato, con una fisionomia da sofferente di emorroidi, sulla cinquantina, con i capelli scuri brizzolati, tagliati corti e un nastro rosso - non ricordo più di quale ordine. 

Il procuratore invece mi sembrò, e non soltanto a me, molto pallido, quasi verde in viso, come dimagrito all'improvviso, in una notte sola - infatti, quando l'avevo visto, soltanto due giorni prima, aveva il suo solito aspetto. 

Il presidente esordì col domandare all'usciere se tutti i giurati fossero presenti... 

Mi rendo conto, tuttavia, che non posso continuare in questo modo, in parte perché molte cose non riuscii a sentirle, altre non riuscii ad approfondirle, altre ancora le ho dimenticate, ma soprattutto perché, come ho detto prima, non ho letteralmente né spazio né tempo per menzionare tutto quello che fu detto e fatto. So soltanto che nessuna delle due parti, cioè il difensore e il procuratore, eliminarono molti giurati. 

LA GIURIA



Ricordo ancora la composizione di quella giuria di dodici elementi

quattro impiegati nostri concittadini, 

due commercianti e 

sei fra contadini e artigiani della nostra città. 

Ricordo che, molto prima che iniziasse il processo, in società ci si domandava, soprattutto fra le signore: «È mai possibile che un caso delicato, complesso e psicologico come questo sia sottoposto al giudizio fatale di impiegatucci e, alla fin dei conti, di contadini? Che cosa può capirne un impiegatuccio? Per non parlare di un contadino, poi».

 Infatti tutti e quattro gli impiegati che erano capitati nella giuria erano persone insignificanti, con un grado basso, ormai vecchi - solo uno di loro era un po' più giovane - poco conosciuti in società, tipi che avevano campato tutta una vita con un umile stipendio e che quindi, presumibilmente, avevano mogli vecchie e impresentabili nonché nidiate di figli, probabilmente scalzi; gente che al massimo si prendeva lo svago di una partitina a carte e, certo, non leggeva mai libri. 

I due commercianti avevano un'aria rispettabile, ma erano stranamente silenziosi e immobili; uno di loro aveva la faccia rasata e si vestiva all'europea; l'altro, con una barbetta brizzolata, portava al collo non so che medaglia appesa a un nastro rosso. 

Degli artigiani e dei contadini non c'è nulla da dire. Gli artigiani di Skotoprigonevsk sono quasi allo stesso livello dei contadini, lavorano persino la terra. Anche due di loro indossavano abiti di foggia europea e forse per questo sembravano più sporchi e sgradevoli a vedersi degli altri quattro. Cosicché poteva davvero sorgere la domanda, che sorse anche in me non appena li vidi: 

"Che cosa possono capirci quelli in un caso del genere?" 

Tuttavia i loro visi producevano un'impressione grave e persino minacciosa, tanto erano severi e accigliati.