mercoledì 9 giugno 2021

IVAN GIORNALISTA

LIBRO PRIMO - CAPITOLO 3 - IVAN



PAG. 26,27, 28 

RISTRETTEZZE ECONOMICHE

[...] nei primi due anni d'università il giovanotto si trovò in serie ristrettezze perché fu costretto, per tutto quel tempo, a provvedere da solo al proprio mantenimento e contemporaneamente a dedicarsi allo studio. 

È degno di nota che allora non volle fare nemmeno il tentativo di mettersi in contatto con il padre per via epistolare, forse per orgoglio, forse per disprezzo nei suoi confronti, oppure semplicemente per il freddo buon senso che gli suggeriva che da un paparino come quello non avrebbe ricevuto nessun vero appoggio. 


GIORNALISMO

In ogni caso, il giovanotto non si perse d'animo e si mise a lavorare, dapprima con le lezioni private a venti copeche, poi correndo per le redazioni dei giornali per consegnare articoletti di dieci righe sugli incidenti stradali firmati "Un testimone". 

Dicono che quegli articoletti fossero sempre scritti con uno stile così interessante e arguto che ben presto diventarono popolari, e già in questo il giovanotto dimostrò tutta la propria superiorità, pratica e intellettuale, sulle masse di giovani studenti di entrambi i sessi, eternamente bisognosi e sfortunati, che sono soliti bazzicare da mattina a sera presso i portoni di giornali e riviste delle nostre città, incapaci di escogitare niente di meglio che le solite richieste di trascrizioni o traduzioni dal francese. 

Una volta entrato nel giro delle redazioni, Ivan Fëdoroviè non perse mai i contatti con esse, e negli ultimi anni di università cominciò a pubblicare recensioni estremamente promettenti su libri dedicati a disparati argomenti specialistici, tanto da conquistare persino una certa notorietà nei circoli letterari. 

SUCCESSO

Comunque, solo nell'ultimo periodo riuscì casualmente ad attirare su di sé un'attenzione particolare e improvvisa presso una cerchia di gran lunga più vasta di lettori, tanto che allora moltissime persone di colpo lo notarono e se lo impressero in mente. Fu una circostanza abbastanza curiosa. 

LAUREA IN SCIENZE NATURALI E ARTICOLO SUI TRIBUNALI ECCLESIASTICI

Ivan Fëdoroviè aveva terminato gli studi universitari e si accingeva a partire per l'estero con i suoi duemila rubli, quando all'improvviso pubblicò, su uno dei giornali più importanti, uno strano articolo che attirò su di sé persino l'attenzione dei non addetti ai lavori, e, per di più, a proposito di un argomento che non doveva essergli molto familiare, visto che si era laureato in scienze naturali. L'articolo riguardava una questione dibattuta dovunque in quel periodo: i tribunali ecclesiastici. 

Dopo aver preso in esame alcune opinioni già espresse in merito, egli espose anche la propria personale opinione. Ciò che colpiva maggiormente in quell'articolo erano il tono e la singolare e inattesa conclusione. 

Intanto, molti clericali erano fermamente convinti che l'autore fosse dei loro. Eppure, all'improvviso, accanto a quelli, cominciarono ad applaudire non solo i sostenitori dei tribunali civili ma persino gli atei. 

 Alla fin fine i più perspicaci decretarono che tutto l'articolo non era che una farsa irriverente, una presa in giro. Menziono questo episodio soprattutto perché quell'articolo penetrò tempestivamente anche nel nostro rinomato monastero fuori città, dove la questione dei tribunali ecclesiastici riscuoteva largo interesse; vi penetrò e vi produsse la più caotica confusione. Dopo aver appreso il nome dell'autore, si prese ancora maggiore interesse alla faccenda, in quanto questi era nativo della nostra città e figlio «proprio di quel Fëdor Pavloviè». 

RITORNO DAL PADRE

Ed ecco che all'improvviso, esattamente in quel periodo, l'autore in carne ed ossa si fece vivo dalle nostre parti. 

 Per quale motivo Ivan Fëdoroviè era venuto da noi? 

Ricordo che sin da allora mi ponevo questa domanda con una certa inquietudine. Non sono riuscito a spiegarmi per molto tempo, e quasi sino all'ultimo, quella visita tanto fatale, che fu il primo passo verso conseguenze di così grande portata. 

In generale era strano che un giovanotto tanto istruito, e dall'aria tanto orgogliosa e avveduta, comparisse all'improvviso in una casa così indecorosa, dinanzi a un padre di quello stampo, che per tutta la vita lo aveva ignorato, non lo aveva mai incontrato né degnato di attenzione e che certo non gli avrebbe mai dato del denaro, per nessun motivo, se il figlio glielo avesse chiesto, sebbene per tutta la vita avesse temuto che anche quei figli, Ivan e Aleksej, potessero venire un giorno a chiedergli soldi. 

Ed ecco che quel giovanotto si stabilisce nella casa di un padre di tal fatta, vive con lui un mese e poi un altro, e i due vanno d'amore e d'accordo, come meglio non si potrebbe immaginare. 

Quest'ultimo particolare meravigliò molto non soltanto me, ma anche molti altri. [...]


Solo in seguito fu chiarito che Ivan Fëdoroviè era venuto in parte su richiesta, e negli interessi, di suo fratello maggiore, Dmitrij Fëdoroviè, che aveva visto e conosciuto per la prima volta quasi nello stesso periodo, in occasione di quello stesso viaggio, ma con il quale tuttavia, per via di una faccenda molto importante, che riguardava soprattutto Dmitrij Fëdoroviè, era entrato in corrispondenza prima del suo arrivo da Mosca. Di quale faccenda si trattasse, il lettore verrà a saperlo nei dettagli a tempo debito. 

 Nondimeno, persino quando questa particolare circostanza mi divenne nota, continuai a considerare Ivan Fëdoroviè una persona enigmatica e il suo arrivo fra di noi ancora inspiegabile. Aggiungerò che Ivan Fëdoroviè assunse allora le vesti di mediatore e paciere tra il padre e suo fratello maggiore, Dmitrij Fëdorovic, che progettava uno scontro ai ferri corti e persino un'azione legale contro il padre.