mercoledì 9 giugno 2021

Il proprietario Maksimov

 



Ad un tratto si avvicinò loro 

un signore di mezz'età, leggermente calvo, 

con un largo soprabito estivo e gli occhietti dolci. 

Questi si levò il berretto e con un balbettio mielato si presentò a tutti come 

Maksimov, proprietario di Tula. 

Egli immediatamente si preoccupò di aiutare i nostri visitatori: 

 «Lo starec Zosima vive nell'eremo, nell'eremo isolato, a circa quattrocento passi dal monastero, oltre il boschetto, oltre il boschetto...»  


Il proprietario Maksimov, un uomo sulla sessantina, più che camminare correva, e si girava di sbieco per guardarli tutti con una curiosità convulsa, quasi inverosimile. 

Sembrava che gli occhi gli schizzassero fuori dalle orbite. 

 «Vedete, noi andiamo dallo starec per una faccenda nostra», osservò severamente Miusov. «Quella personalità ci ha concesso un'udienza, diciamo così, quindi, per quanto grati di averci indicato la strada, non possiamo invitarvi ad entrare insieme a noi». 

 «Io ci sono stato, ci sono stato, ci sono già stato... Un chevalier parfait!», e il proprietario schioccò le dita in aria. 

 «Chi sarebbe questo chevalier?», domandò Miusov. 

 «Lo starec, l'esimio starec, lo starec... L'onore e la gloria del monastero, Zosima. È uno starec così...» 

 Ma il suo discorso sconclusionato venne interrotto dal sopraggiungere di un monacello con il cappuccio sulla testa, di bassa statura, molto pallido ed emaciato. Fëdor Pavloviè e Miusov si fermarono. Il monaco, con un inchino estremamente cortese e profondo, annunciò: 

 «Dopo la visita all'eremo, il padre igumeno prega umilmente voi tutti di recarvi a pranzo da lui. All'una, non più tardi. Anche voi», disse rivolgendosi a Maksimov.


«Un vecchietto molto appiccicoso», notò Miusov a voce alta, mentre il proprietario Maksimov correva indietro alla volta del monastero. 

 «Somiglia a von Sohn», disse all'improvviso Fëdor Pavloviè. «Voi solo queste cose sapete... In che cosa somiglierebbe a von Sohn? L'avete forse visto con i vostri occhi, von Sohn?» 

 «Ho visto un suo ritratto. Anche se non per i lineamenti del viso, ma per qualcosa di indefinibile. È proprio la copia esatta di von Sohn. Sono sempre in grado di riconoscere le persone dalla sola fisionomia». 

 «Ah, certo, in questo siete un esperto. Soltanto che, Fëdor Pavloviè, voi stesso avete appena ricordato che abbiamo dato la nostra parola di comportarci come si deve, ricordate? Quindi vi consiglio di controllarvi. Se comincerete a fare il buffone, sappiate che non voglio assolutamente essere accomunato a voi in questa sede...Vedete che tipo è?», disse rivolgendosi al monaco. «Mi fa paura andare a far visita a gente per bene in sua compagnia».