mercoledì 7 dicembre 2016

CASA DI KATJA

CASA DI KATJA






Erano già le sette e il sole stava tramontando, quando Alëša arrivò da
Katerina Ivanovna, che abitava in una casa molto spaziosa e confortevole
nella via Bol'šaja.

Alëša sapeva che la donna viveva con due zie.



[...]

Quando Alëša entrò
nell'anticamera e chiese alla cameriera, che gli aveva aperto la porta, di
essere annunciato in salotto, evidentemente, erano già al corrente del suo
arrivo (forse lo avevano visto dalla finestra), ma Alëša sentì soltanto un
certo trambusto, frettolosi passi femminili, un fruscio di sottane: due o tre
donne dovevano essere scappate via dalla stanza. Ad Alëša sembrò strano
che il suo arrivo potesse provocare una simile agitazione.

Comunque fu
subito introdotto in salotto.

IL SALOTTO 

Era una stanza spaziosa, arredata con dovizia
di mobili eleganti, tutt'altro che provinciali. 
C'era un gran numero di
divani, sofà, divanetti, tavoli piccoli e grandi; c'erano quadri alle pareti,
vasi e lampade sui tavoli, fiori in abbondanza, c'era persino un acquario
vicino alla finestra. 

La stanza era piuttosto scura per via del crepuscolo.
Alëša intravide sul divano, sul quale evidentemente fino a qualche
momento prima era seduto qualcuno, una mantella di seta abbandonata e
sul tavolo, davanti al divano, due tazze di cioccolata mezze piene, dei
biscotti, un piatto di cristallo con uvetta passa azzurrina e un altro con dei
cioccolatini. 

C'era stato qualche ospite. Alëša capì di essere capitato in un
momento in cui c'erano visite e si accigliò.