Grušen'ka viveva
nella zona più animata della città, nei pressi della piazza della Cattedrale,
in casa della vedova del mercante Morozov, da cui aveva preso in affitto una
piccola dipendenza in legno che dava sul cortile.
La casa dei
Morozov invece era grande, in muratura, a due piani, vecchia e d'aspetto
oltremodo sgradevole; ci viveva la padrona di casa, una vecchia signora, che
conduceva vita isolata insieme a due nipoti, anch'esse zitelle molto avanti
negli anni.
La vedova non
aveva necessità di affittare la dipendenza, ma era noto a tutti che aveva
accettato di prendere Grušen'ka come inquilina (quattro anni prima) solo per
far piacere al mercante Samsonov, suo parente, generalmente riconosciuto come
protettore di Grušen'ka.
Si diceva che nel
sistemare la sua "favorita" dalla Morozova, lo scopo primario del
vecchio geloso fosse stato quello di far sorvegliare la condotta della nuova
inquilina dall'occhio vigile della vecchia. Ma l'occhio vigile di questa si era
ben presto rivelato completamente inutile ed era andata a finire che la
Morozova si vedeva molto di rado con Grušen'ka e non la importunava più con
alcun tipo di sorveglianza.
Grušen'ka viveva
molto modestamente e la sua casa era tutt'altro che lussuosa.
Nella dipendenza
occupava tre camere in tutto, arredate dalla padrona di casa con mobili in
mogano, secondo lo stile degli anni '20.
Quando Rakitin e
Alëša entrarono in casa sua, il crepuscolo era già avanzato, ma le camere non
erano ancora illuminate.
Grušen'ka era in
salotto, sdraiata su un ampio e sgraziato divano con lo schienale in mogano,
duro e rivestito di un cuoio logoro e bucato da tempo. Poggiava il capo su due
cuscini bianchi e soffici che aveva preso dal letto. Stava sdraiata supina,
immobile, con le braccia sotto il capo.